martedì 22 aprile 2014

Global Game Jam a Torino




Che cos’è un Game Jam? In sostanza si parla di una specie di test, o meglio di una maratona senza possibilità di pause o interruzioni. Mi è capitato anche a me di fare una maratona anni fa, coi miei amici radunati tutti insieme per un week end passato a guardare tutta, proprio TUTTA, la trilogia del Signore degli Anelli. 
In versione estesa ovviamente ( piacevole follia!!). 
Ma quella svolta al Contest di Torino non ha niente a che vedere con la mia se non nella stessa identica e malsana follia che deve aver pervaso i partecipanti come unico denominatore comune. Organizzata dalla T-Union, neonata associazione torinese che raduna sei studi di sviluppo di videogiochi, la Global Game Jam si è svolta nell’arco di 48 ore non stop di sviluppo video ludico che ha coinvolto 482 città nel mondo. A Torino gli iscritti erano più di 100, tra professionisti e studenti, che, una volta suddivisi in gruppi, hanno dato il via alla creazione di giochi partendo da zero e avendo a disposizione appunto solamente due giorni. Bè posso solo immaginare cosa possa diventare un essere umano dopo due giorni NON STOP attaccato al computer ( stile Necromorfi di Dead Space, credo!!). Certo è che partecipare ad una Game Jam non è solo un modo per condividere una propria passione con altre persone, ma anche un’ottima occasione formativa a livello pratico. E poi può capitare anche che alcuni embrioni sviluppati possano attirare una certa attenzione e diventare in seguito famosi titoli indie nell’industria videoludica, come è già successo in alcune precedenti edizioni di Game Jam. Una via che può aprire la strada a nuove collaborazioni o esperienze in un territorio, quello italiano, dove l’industria dei videogiochi è ancora frammentata.

Speriamo in un qualche sviluppo positivo dell’argomento; nel frattempo qualcuno mi può suggerire chi devo salvare nel gioco di The Walking Dead???





“S.T.A.R.S.” a tutti



Teo





Dottorato per videogiochi




A Seattle, da 25 anni, (e sottolineo 25!!), esiste un’università che insegna come creare le killer applications. Per i profani di computer come me queste due parole non significano nulla, ma per chi è un po’ afferrato in materia possono voler dire molto. In pratica si parla di applicazioni sviluppate per software di computer. Quindi, direte voi, la novità?
La novità è che questa università ti insegna a creare e lavorare a livello professionale nell’ambito attivo dell’industria video ludica ( i non NERD possono smettere di leggere ). Niente di sprovveduto o di campato in aria, perché in questo istituto, DigiPen è il nome, ci si prepara tecnicamente sia a livello teorico che pratico. L’uomo che ha ideato e realizzato questo importante progetto si chiama Claude Comair, due lauree in architettura ed ingegneria ambientale e ha contribuito alla realizzazione di due giochi per  GameCube: 1080° Avalanche e Ware Race: Blue Storm. Ad oggi gli aspiranti sviluppatori del domani sono 1500 nella sola Seattle. Ma la DigiPen ha anche vari campus associati sparsi un po’ per il mondo: Redmond, Washington, Singapore, Bilbao ( il più vicino a noi). Aperta dal 1996 vede il primo laureato in 3D Computer Animation 3 anni più tardi e un crescendo di iscritti sempre maggiore. Si lo so cosa state pensando: a Seattle!!! Un po’ fuori portata per molti. Ma anche se non sembra, pure nel nostro bel paese, sempre indietro in tutto rispetto agli altri, qualcosa comincia a smuoversi in questo ambito. L’unica cosa concreta, per ora, in questo campo è rappresentata dall’AIV ( Accademia Italiana Videogiochi) che ogni anno propone agli studenti corsi di Grafica e Programmazione. Chiunque sia interessato ad entrare in questo settore deve comunque fare attenzione perché la maggior parte delle software house qui in Italia sono finanziate privatamente.Ma se questo non vi spaventa non mi resta che lasciarvi con un risicato elenco delle migliori scuole del paese e un grande in bocca allo Snake!!

Alla prox

Teo 








 



venerdì 18 aprile 2014

Una volta c'era il Pongo!!!

Fin da piccolo ho sempre amato le discipline artistiche e ho sperimentato con tutto quello che mi capitava a tiro. La scultura ha iniziato a destare il mio interesse nel 93 dopo aver visto Nightmare Before Cristhmas di Tim Burton. Ricordo che dalle nostre parti si poteva acquistare il pongo, il das o la creta, mi riferisco per lo più ai piccoli paesi di provincia dove era difficile poter metter le mani su materiali particolari. Solo in seguito e grazie all'avvento di internet si è riusciti a reperire prodotti alternativi e unici. Tra quelli a disposizione uno dei più interessanti è il Supersculpey, pasta polimerica che a differenza della creta non sporca ed è l'ideale per chi non dispone di un luogo adatto alla sua lavorazione. Supersculpey appartiene alle paste sintetiche da modellazione, quelle utilizzate per lo più per la creazione di perline e accessori bijoux. Rispetto al cernit o al fimo rimane più cerosa quindi più facile da lavorare, potendo scavare, incidere e unire lisciando il materiale direttamente con mirette e bulini vari. 
Supersculpey si può trovare come per il fimo o il cernit in svariati colori (la cui consistenza varia a seconda del colore scelto) oppure Supersculpeyfirm o Supersculpey beige decisamente migliori da modellare, meno morbidi e quindi più stabili e meno appiccicosi.
A seguito vi lascio due link dove poter dare un'occhiata per eventuali ordini e spero a breve di mostrarvi un tutorial per apprendere le basi  ;) 

Y

http://www.arteebijoux.com/sculpey-premo-e-accessori/super-sculpey.html

http://www.dominiox.com/vendita/stucchi-e-paste-per-modellazione

Di seguito alcuni lavori presi da internet.