Amo il fumetto.
Da quando ero piccino ho sempre avuto questa passione.
Da che ricordo la matita è sempre stata un’amica importante, era come una bacchetta magica, immaginavi qualcosa e potevi fargli prender vita delineando il pensiero su carta.
Da che ricordo la matita è sempre stata un’amica importante, era come una bacchetta magica, immaginavi qualcosa e potevi fargli prender vita delineando il pensiero su carta.
Col tempo si cresce, l’amore per il disegno non si è mai
assopito ma ti accorgi che il mondo di sicurezza che avevi intorno era
destinato a finire e prendi coscienza di quel che vedi, quel che senti e di ciò
che respiri. Non ci si ferma e ti accorgi che quello che più ami può servire
anche a riempirti la pancia, scendendo a qualche compromesso, per lo meno
all’inizio, ma si sa che da qualche parte serve pure iniziare. Di una cosa in
particolare ti fai ragione lo zio Ben non aveva torto quando diceva al giovane
Peter Parker: "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" e le parole o un
disegno oggi possono ancora fare molto.
Quel che si dice, scrive o disegna è importante. Si deve
essere consci che le persone che leggeranno, o vedranno i tuoi lavori
coglieranno un aspetto che magari manco ti eri prefissato, quindi devi essere
deciso e sincero con te stesso prima ancora di esserlo con gli altri o
perlomeno questo è il mio pensiero.
Un mondo il nostro che manca forse di sincerità. Per
questo quando ti trovi di fronte a un autore che stimi per i suoi lavori
resti piacevolmente spiazzato quando scopri che umanamente non è
perfetto, ma grazie alla sua sincerità, e proprio per le sue imperfezioni, lo
senti ancor più vicino apprezzandone ancora di più il lavoro.
Da lì non bisogna approfittare della sincerità dimostrata ma dobbiamo evolverci noi stessi, contagiando altre persone a nostra volta.
Tutto questo per aprire il post legato alla figura di Gipi,
fumettista e illustratore italiano, che seguo da anni e che finalmente ho
potuto ascoltare dal vivo, mentre spiegava il suo percorso artistico legato al
suo ultimo lavoro “Una storia”, della quale si potevano apprezzare gli
acquerelli originali in esposizione sempre all’interno dello spazio allestito
per l’incontro.
Prima volta allo spazio Wow, i pochi soldi ci hanno obbligato a fare una passeggiata per Milano. I piedi imprecavano, ma è sempre affascinante vedere come ci si
trova a camminare più in città che nelle zone di campagna, dove per andare al
tabaccaio che dista poche centinaia di metri da casa si piglia la macchina.
Una volta arrivati i posti a sedere erano già stati presi. I
piedi dal basso sospiravano un “tel’avevodetto”, poi per due orette buone ci
si è immersi in quella che mi piace definire una “Chiacchierata” con Gipi. Dico una chiacchierata anche se era
lui a parlare, più he altro per il tono e il modo in cui quest’incontro è stato affrontato.
Con tranquillità ci ha reso partecipi di alcuni momenti importanti della
propria vita parlando del padre o problematiche che lo avevano turbato, del
proprio amore per il disegno, di come nasce un’idea, dell’ultimo lavoro
partorito e così via dicendo fino ad esaurire ogni singolo secondo di tempo a
disposizione, tutto questo in una cornice di completa sincerità.
Una giornata che aiuta, in cui si è
smosso qualcosa di fortemente positivo.
I piedi lamentano il peso delle ore alzati, ma ne è valsa la pena, e in un qualche modo, alla fine di tutto,
sorridono pure loro.
Va bene.
Non mi dilungo troppo.
Vi lascio alla visione dell’intervista, mi scuso per la qualità video, ma l'importante in questo caso è ascoltare.
Yuri
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