lunedì 3 febbraio 2014

Il futuro dello Studio Ghibli




Mentre la data italiana dell’ultimo film, “Si alza il vento”, non è ancora stata stabilita con precisione, torna a far parlare di se il maestro Miyazaki, che all’ultimo festival, del cinema di Venezia, ha stupito tutti (per l’ennesima volta oserei dire) dichiarando alle telecamere il suo “addio” al mondo dell’animazione. Ovviamente i fan si sono subito riuniti in massa, intasando i blog di mezzo mondo, pregando e implorando il maestro di non abbandonare le scene.

Nonostante tutto, dobbiamo ricordarci che oramai porta sulle spalle il peso dei suoi settantadue anni, un gran numero di pellicole che hanno segnato la storia del cinema e la collaborazione a vari progetti, tra cui il museo dedicato alle opere dello studio Ghibli.

Penso, quindi, abbia tutto il diritto di lasciar le scene per dedicarsi senza pressione a quello che più ama, anche se, non è la prima volta che il maestro annuncia il suo ritiro, solo per poi smentire presentando un nuovo progetto.

Un bambino in lotta con l’avanzare dell’età, da una parte desideroso di dedicarsi a progetti più personali, dall’altra legato all’amore che da anni lo vede sposato al mondo dell’animazione. Vedremo se anche questa volta si tratta di una semplice pausa o se definitivamente lascerà le redini a qualcun altro.

Lo studio Ghibli comunque non rimane a guardare.

Ricordo, per chi non lo sapesse, che lo studio è stato fondato nel 1985 da Miyazaki e dal suo mentore Isao Takahata. I due oltre che a essere collaboratori sono legati da una forte amicizia, c’è un grande senso di rispetto e ammirazione, tanto da influenzare l’uno il lavoro dell’altro.

I lavori di Takahata, le cui opere erroneamente sono attribuite al più conosciuto Miyazaki, spaziano dai documentari animati come “Pom Poko”, che denuncia un’economia dallo sviluppo eccessivo volta a non rispettare la tradizione e la natura, a film più personali come “Una tomba per le lucciole”, dove racconta le vicende di due fratelli rimasti orfani in seguito all’esplosione dell’atomica, fino al racconto popolare giapponese, suo ultimo film in uscita quest’anno, "Taketori Monogatari", conosciuto anche col nome di "La storia di un taglia bambù" o "Il racconto della principessa Kaguya". 

Una forte personalità che dovrebbe tranquillizzare i fan dello studio ghibli, che nonostante la triste notizia del maestro Miya, dovrebbe tener tranquilli gli animi di coloro che davano per persa la poesia che da sempre ne contraddistingue i lavori.  

Non solo film. Infatti, lo studio ghibli è al lavoro su una serie animata “Ronjia la figlia del ladro”, adattamento di un romanzo scritto dall’autrice di Pippi Calzelunghe, Astrid Lindgren.

Il progetto vedrà alla regia Goro Miyazaki, figlio di Miya, già regista de “I racconti di terramare” e “La collina dei papaveri”. A differenza del classico approccio utilizzato per realizzare i film, la serie dovrebbe essere realizzata in cell-shading, tecnica tridimensionale che ricalca, quasi fedelmente, il disegno a mano libera, già sperimentata nel campo dei videogame con “Ninokuni”, uscito per PS3.

Che dire. In attesa di poter dare la nostra opinione sugli ultimi film dello studio Ghibli vi rimando ai trailer.





Yuri












Qui sotto l'intervista di Miyazaki.
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/02/02/news/hayao_miyazaki-77503978/

2 commenti:

  1. Ottimo articolo. Sintentico e corretto. Eh si perché in pochi sanno che il maestro già si ritirò una volta (dopo Princess Mononoke per poi tornare con la Cittá Incantata). Non ero a conoscenza del fatto k ci fosse in cantiere una serie animata. Speriamo k Goro questa volta riesca a portare alla maturità il suo percorso artistico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. Anche se la collina dei papaveri mi è piaciuto molto. Certo essere il figlio di Miya non deve essere facile. Se guardi i dietro le quinte c'è una scena dove miya cazzeggia tutti per come è stato eseguito il film :o da la colpa di tutto a Goro, lo si vede con la testa china e una piccola spada samurai pronta a seguirlo nel seppuku! Premetto che il cell shading non mi fa impazzire, vero che rende bene l'idea del cartone animato, ma manca quella bidimensionalità imperfetta che rende i lavori dello studio ghibli dei veri capolavori artistici. Vedremo. ;)

      Elimina